Senza attenzione non c'è amore


«Vegliate». È questo l’invito di oggi.
Gesù vuol dire che i cristiani devono essere delle persone sveglie, intelligenti e sensibili, attente a tutto ciò che capita, a ciò che avviene.
L’intelligenza che vuole da noi Gesù, non consiste nell’essere infallibili, ma nella “capacità di leggere dentro”. Intelligenza è riconoscere la parola di Dio e portarla nella nostra vita.
L’avvento inizia con il segno del lume acceso.
Nella nostra vita passiamo dei momenti di oscurità, dove non sappiamo che decisioni prendere, cosa pensare e cosa dire.
Stiamo vivendo un’epoca storica piena di problemi e di sconvolgimenti profondi. Ci sembra di non intravedere un futuro.
L’Avvento è il tempo ricco di speranza dove convertendoci, modificando la nostra vita concreta, possiamo diventare protagonisti della storia, operatori di una nuova società.
Il Vangelo è un fermento di novità, ci apre gli occhi e ci fa vedere cose diverse.
Normalmente siamo portati a pensare soltanto a noi stessi, al nostro stare bene.
La Parola invece ci presenta un’altra prospettiva e ci dice che se vogliamo cercare il nostro benessere dobbiamo cercarlo insieme con gli altri; se lo cerchiamo solo per noi, il nostro benessere è vano.
Lo possiamo constatare nei fatti di tutti i giorni.
A cosa serve avere una bella casa, tante comodità, considerare la nostra abitazione come una specie di isola felice, in un mondo brutto e negativo, se poi, però, non potessimo neanche uscire di casa per paura che arrivino dei ladri e ci portino via le nostre cose; se non potessimo neanche andare ai giardini perché abbiamo paura di fare brutti incontri; se non osassimo camminare per le strade di notte per la paura di rischi e pericoli.
La nostra vita e il nostro benessere in realtà sarebbero un benessere falso!
Il nostro benessere dipende da quello che cerchiamo per tutti, questo voleva dirci Gesù con il suo comandamento: “ama il prossimo tuo come te stesso”, cioè “le cose che ritieni giuste e valide per te, cercale con tutti”. E’ vano perseguire vantaggi solo individuali. Sappiamo bene infatti che non possiamo proteggere le cose e i nostri confini, dobbiamo cercare la giustizia e il bene nella solidarietà.
Il nome di Dio, infatti, prima di essere quello di Dio-amore è, secondo le parole di Geremia: " Signore-nostra-giustizia". La porta d’ingresso dell’amore è la giustizia: potremmo infatti amare cose sbagliate, o amare in modo sbagliato cose giuste. Ci capita tutti i giorni.
Se ci fidiamo della Parola di Dio, comprendiamo un altro modo di vivere. Realizziamo così l’Avvento, secondo le parole di Paolo: “rendere saldi e irreprensibili i nostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi”.
La strada quotidiana della santità è espressa da Gesù con parole sintetiche e concrete: non lasciarci appesantire in “dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”.
Il male della dissipazione riguarda l’uso non intelligente del tempo (Come quando pensiamo: “il tempo è mio ne faccio ciò che voglio!). Noi non siamo padroni del tempo. Esso ci consuma ogni giorno; passa inesorabilmente. Noi siamo però liberi di decidere come spenderlo, a cosa dedicarlo, per chi viverlo. Questa è la nostra responsabilità.
Ubriachezze sono i nostri disordini alimentari: mangiare troppo, mangiare male, mangiare troppo poco. La qualità della nostra vita parte dalla tavola.
Affanni della vita sono il modo disordinato di affrontare le inevitabili difficoltà, sfide e delusioni quotidiane. Credere non ci risparmia le fatiche ma ci dona la possibilità di trovarne un senso, una direzione. Siamo liberati dall’angoscia di una vita senza senso. La fede, come viviamo nell’eucaristia, è anche forza nella vita. Direzione, scopo e forza sono le condizioni per sentirci liberi dagli affanni, quando affrontiamo la fatica quotidiana.

 




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