Parole piene


La parola è il modo specificatamente umano di rispondere, ribattere e reagire a tutto ciò che accade o si compie. Il linguaggio è anche la prima ed essenziale istituzione umana. Con la parola e l'agire ci inseriamo nel mondo umano e questo inserimento è come una seconda nascita. Comunicare e parlare riscatta dalla rassegnazione e dalla sottomissione al destino: “per questo raccontare una pena è già aver individuato metà della soluzione” H. Arendt. La parola è necessaria per gli umani. Uno dei piaceri più diffusi, infatti, è la conversazione. Parola e amore sono intrecciati, come dimostrano la letteratura sentimentale, il canto popolare, la poesia d’amore. La parola, che è il luogo di mediazione dell'incontro con l'altro, rompe il cerchio della solitudine e del condizionamento, libera la reciproca comunicazione dei vissuti emozionali. (la facoltà della parola che distingue senza ambiguità l’umano dall’animale). L'agire non si riduce a produrre dei mutamenti esteriori (come invece avviene nel mero "fare") ma elabora, con gli altri, delle soluzioni sulle cose comuni: fa discutere, cerca di persuadere, immerge nella parola. La parola è il "modo specificatamente umano di rispondere, ribattere e reagire a tutto ciò che accade o si fa".
La creatura umana non vive di sole spiegazioni strumentali e di descrizioni informative ma anche di “parole piene” (J. Lacan), quelle che incrementano il suo sviluppo. Parole piene sono quelle che diventano vita, parole che “fanno cose”. Parole piene nascono nell'interiorità e diventano espressione concreta e visibile del pensiero e del cuore umano, se non si vuole incorrere nel rischio dell'ipocrisia e della falsità. La bocca, insegna Gesù, parla dalla pienezza del cuore. La qualità umana, dice oggi la Parola, traspare nella qualità della parola che crea legami e non opera divisioni, che corregge ma non giudica, che nasce dal cuore e parla al cuore.
La relazione tra le persone ha bisogno di uno spazio dove preparare l’incontro. Il tempo dedicato alla relazione personale è più importante di qualsiasi altra attività. Il racconto ha però bisogno di un contesto particolare che faccia sorgere le domande, che stimoli l’interesse, che crei comunione. Questo spazio è allestito dal silenzio, dove ognuno accetta di rispettare e lasciar essere l’altro come Altro.
La parola è anche la forma normale e più efficace per l’annuncio del Vangelo, che privilegia la comunicazione a tu per tu, il rendere ragione, nell’incontro e nel dialogo, dei motivi della propria speranza. Fin dall’inizio il Vangelo si è diffuso attraverso il racconto di esperienze singolari che hanno trasformato la vita. Le parole piene fanno segno alla pienezza di vita (evangelo), dono ricevuto nella sequela di Gesù e celebrato nell’eucaristia domenicale.

 




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