Ebbrezza vera


Molti oggi, ogni tanto, sentono il bisogno di “stordirsi”, di trovare qualche ebbrezza particolare, di modificare lo stato della propria coscienza, di esagerare. E non solo con l’alcool o con le droghe, ma con un’infinità di altri modi. Si può trovare l’ebbrezza nella velocità; ci si può stordire di lavoro; si può essere presi dalla voglia di fare acquisti, di consumare. Si sente il bisogno, come si dice in gergo, “di andare fuori”. È come se si avesse la sensazione che ciò che si ha a disposizione non è sufficiente. Non basta più il le cose e il lavoro. Non basta nemmeno la casa.
C’è in questo comportamento così diffuso, qualcosa ci riguarda.
Neanche a noi la vita “normale” sinceramente basta. Anche noi siamo convinti che non si può vivere solo di lavoro e di cose. Non ci basta la quotidianità. Anche noi vorremmo qualcosa che assomigliasse all’ebbrezza! D’altronde i primi testimoni, i primi cristiani, il giorno della Pentecoste, non sono stati forse scambiati per persone che avevano esagerato con il vino? E non aveva forse Gesù, nell’ultima cena, scelto proprio il vino per indicare la forza, l’ebbrezza del suo sangue, del suo Spirito?
Sì, lo Spirito si presenta così: come ebbrezza. Naturalmente nulla a che vedere con quella delle droghe! Ma neanche con la noia di una vita spesa senza entusiasmo, senza senso.
Noi cerchiamo una vita gioiosa. La vita è bella per le emozioni che dà. Scappiamo via da ambienti freddi, spenti, senza vivacità.
L’ebbrezza dello Spirito è davvero tale ma è un’esperienza unica e particolare, sensibile eppure profonda, concreta e al tempo stesso misteriosa. Soprattutto, mantiene quello che promette!
Qual è l’ebbrezza dello Spirito? Attraverso quali strade s’incontra?
Vorrei brevemente indicarne tre, tra le tante contenute nella tradizione biblica.
- Il sacramento del “fiore del campo”
Diceva Gesù: « Guardate il fiore del campo…».
Noi cerchiamo la felicità; abbiamo bisogno dell’ebbrezza… ma non ce le possiamo dare da soli: possiamo solo riceverla. Il “fiore del campo” ne custodisce il segreto. Apre le proprie foglie al sole; il sole raggiunge il fiore fin nell’intimo delle sue radici e lo veste di bellezza e di profumo.
Noi siamo solo un grumo scuro di terra. Ma il seme messo in noi ha la facoltà prodigiosa di nutrirsi di luce! Si può stare davanti a Dio (al mistero, al divino, alla bellezza) come il fiore sta davanti al sole.
- Il sacramento del bouquet di fiori, come quello che regaliamo a chi amiamo, come quella che orna l’altare delle chiese.
Viviamo in un mondo di forti individualismi, dove si prova sempre di meno l’intimo, stupendo piacere della comunicazione, dell’affetto, dell’amicizia, dello stare insieme, diversi e in comunione. È l’ebbrezza del sentirci insieme, uguali e diversi, dell’essere uniti, fondendo le singole differenze in una totalità che riconosce ed esalta ogni parte.
Il sacramento del bouquet di fiori è la metafora più bella della Pentecoste. Lo Spirito rende ognuno unico e originale e, anche,m“nativo” nell’esperienza dell’altro. Ognuno parla la sua “lingua”, ma tutti capiscono gli altri nella loro lingua nativa. Nella composizione floreale “stona” il fiore che s’impone su un altro. Ogni singola forme e colore sembra sparire nel tutto, eppure splende di luce singolare.
- Il sacramento della stretta di mano.
Sono importanti le nostre mani. Con le nostre mani possiamo esprimere sentimenti, emozioni. La mano che afferra, che accompagna, che accarezza, che stringe, che avvolge e dà calore. Nella Liturgia cristiana, infatti, lo Spirito viene trasmesso con l’imposizione delle mani per indicare l’amore infinito di Dio che ci prende, ci avvolge, ci accarezza, ci accompagna. E anche nel nostro linguaggio usuale, quando vogliamo comunicare l’amore, il dono, diciamo che “dobbiamo darci una mano gli uni gli altri”.
È l’ebbrezza di costruire un mondo diverso da quello che esiste oggi: un mondo più giusto, fraterno, con mani che non sparano, che non rapinano ma che offrono, che stringono, che accarezzano.
Ecco l’ebbrezza che molti hanno perduto: quella di impegnarsi a cambiare il mondo!

 




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