Dio della storia, Dio dei viventi


Siamo figli della risurrezione, siamo figli di Dio! È questa la fede che oggi ci riempie di gioia, quella che trasmettiamo con i nostri canti, con l’intensità della nostra preghiera, con tutta la nostra partecipazione. Questa fede è il più grande aiuto che abbiamo per vivere, perché Dio non è dei morti, ma dei viventi e tutti vivono per lui. Per essa non perdiamo la speranza e non fuggiamo dalle nostre responsabilità. Non ci sentiamo, infatti, muti, impotente e impauriti, neppure quando abbiamo a che fare con “uomini corrotti e malvagi”. Questa fede è l’inestimabile dono ricevuto nel battesimo, dono offerto a tutti, senza calcoli e differenze, ma non da tutti accolto. “La fede infatti non è di tutti”.
Il dialogo del Maestro con i sadducei ci indica una caratteristica di questo dono. Essendo dei vivi, Dio si rivela nella vita, progressivamente alla crescita della storia dell’umanità.
I sadducei non sono né miscredenti né agnostici. Sono, al contrario, uomini animati da una fede profonda, persino rigida. Le loro obiezioni contro la risurrezione scaturiscono da una mentalità e da un modo di comprendere la rivelazione che, ancor oggi, caratterizzano certi gruppi di cristiani. Per i sadducei, perlomeno per i più "puri", bisogna riferirsi solo ai primi cinque libri della Legge, il Pentateuco, presi alla lettera. Essi non riconoscono altra fonte della rivelazione; non ammettono un progresso nella comprensione della rivelazione di Dio. Rigidamente conservatori, essi sono, si direbbe oggi, dei fondamentalisti.
Come spesso accade, questa tendenza aveva incidenze politiche. Vicini alle forze di occupazione del paese, essi si spingevano a volte fino alla persecuzione dei farisei. Contrariamente a questi ultimi, i sadducei hanno preso parte attiva alla condanna di Gesù. Quanto alla risurrezione dei morti, non potevano ammetterla poiché era chiaramente affermata solo nei libri biblici più recenti, come, ad esempio, i libri dei Maccabei.
La risurrezione dei morti, garantita da quella di Gesù, è il perno della fede cristiana. Lo Spirito del risorto libera anche oggi la chiesa dalla grettezza di spirito e dall'immobilismo. La rivelazione di Dio, infatti, s’incarna nella storia e nel suo progresso.
Di questa storia Gesù insegnava a diventarne lievito e sale, immergendosi fino a scomparire.
La storia della santità è racconto convincente del Dio dei vivi.

 




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