La fede trinitaria e il grembo materno della Chiesa


Il mondo, diventato un’immensa periferia, aspetta la testimonianza affidabile che per Dio noi non siamo perduti, che per lui contiamo come figli. Questa garanzia non può essere data dai grandi eventi, ma solo dalla disponibilità di posti domestici, piccoli nodi di incontri, luoghi di accoglienza e di adorazione, pieni di attenzione, affetto e poesia, accessibili a tutti.
La parrocchia che non si apre alla folla contribuisce, invece, a rinforzare l’anonimato della società di massa, perché trasmette una sensazione, immediatamente evidente, ordinaria e quotidiana nella società di oggi. Chi non appartiene alla cerchia delle persone che contano, vale poco. La comunità cristiana diventerebbe in questo caso, sale spento e presenza inutile. Perderebbe i soggetti delle beatitudini, cioè la sua destinazione.
Nella chiesa che nasce dove sono le folle, invece, il Signore continua a ripetere i suoi gesti del toccare, sollevare e guarire, riassunti nel rito eucaristico dello spezzare il pane. Così si vince l’anonimato e la disperazione. Il servizio di accoglienza e di cura non può essere visto riduttivamente come un’attività sociale di ripiego, ma come opera di evangelizzazione. Nella società avanzata si è molto ridotta la capacità di costruire comunità di senso. In un’epoca di anomia, dove la vita sociale rischia di finire nel caos avendo perso i punti di riferimento, ci sentiamo vulnerabili e soli, in una situazione di grande instabilità. Il motore che attiva la pienezza umana e lo sviluppo sociale è la relazione inter-personale che E. Erickson indicava come “generativa”. La parola “generazione” appartiene pienamente al lessico biblico. È anzi la prima parola della fede. Dio è Padre perché genera, il Cristo è Figlio perché generato (“non creato”), lo Spirito Santo “dà la vita”. La Bibbia si apre con un canto sublime alla vita. Siamo nati dalla vita, destinati alla vita. L’Amoris Laetitia ha aperto una strada per la chiesa di oggi: diventare un grembo generativo. C’è una maternità-paternità che non si esaurisce in famiglia, ma si sporge e raggiunge anche i figli degli altri. Generare è prendersi cura del mondo, è entrare attivamente nella storia. La vita umana non è stata “gettata” casualmente lì; è stata voluta, donata. Si viene al mondo da un atto d’amore. Senza un amore continuo, quotidiano, il cucciolo dell’uomo non sopravvivrebbe, si lascerebbe morire. Noi siamo ciò che gratuitamente riceviamo, più che ciò individualisticamente perseguiamo.

 




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