Il profeta e la notte
Egli confessò e non negò; confessò dicendo: «Io non sono il Cristo»
Così si presenta Giovanni il Battista.
Se vogliamo cambiare la nostra vita dobbiamo iniziare non con un proposito ma con una negazione: “Io non sono buono, non sono giusto, non sono capace...).
Se ammettiamo di non essere buoni, incominciamo a vedere chi invece buono è:
“Ecco l'Agnello di Dio...”.
Il Battista lo indica con molta chiarezza
“Io non sono”, “Lui è”.
Io sono solo “voce” (Gv 1,23)
Giovanni rende testimonianza “Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto... E io ho veduto e ho attestato”: “Io non sono”, “Lui è”, “entra nella mia vita”.
Di conseguenza: “Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca”. Così diceva Giovanni Battista
Crescere e diminuire: è il lavoro spirituale di tutto l’anno. Crescere come il sole, dal solstizio d'inverno (Natale), diminuire come le giornate dal solstizio d'estate (festa di san Giovanni Battista).
Il Natale è Dio che entra nella nostra vita. “Dio si è fatto come noi, par farci come lui”.
Giovanni il Battista è il modello del profeta.
La condizione naturale del profeta è l’insuccesso. la sua parola è sempre tradita, la terra promessa mai raggiunta.
Lo accompagna la crescente sensazione di fallimento e sofferenza.
Si ritiene solo una voce.
Nessun profeta è padrone della parola che deve dire.
Il profeta ha solo due certezze: che è ancora notte e che l’alba arriverà.
Egli non nega né la notte, né l’alba.
Non è venditore di parole. Non annuncia futuri che non conosce.
Il profeta è un abitante della notte.
È molto difficile essere profeti ma senza profeti la terra è un luogo brutto e triste. Senza futuro e senza passioni.
Lunedì 28 ore 21 SPIRITUALITÀ DEL CONTABILE (via web)
Perché calcolare, programmare rendicontare sono esercizi spirituali