L’amore e il tempo


Si viene al mondo da un atto d’amore ma è necessario il trascorrere della vita per sentirsene rassicurati. L’amore ha bisogno del tempo, la fedeltà si affida all'eterno. L’amore è fatto per durare, anche se la finitezza erotica porta ogni volta in sé la possibilità della delusione e della fine. Gli amanti sono responsabili della destinazione del loro desiderio, che si manifesta come chiamata della vita. L’amore ha bisogno, però, del tempo: voler bene significa anche “darsi il tempo”. L’amore si subordina al tempo ma lo domina; accetta di esporsi alle sue vicende ma non si lascia trascinare. La fedeltà s’iscrive nel tempo: cerca la continuità di ciò che si è vissuto. Esclude l’oblio, il rinnegamento e la menzogna: dunque non tradisce.
L’amore rende unico l’oggetto del desiderio. Il mistero è tutto nella bellezza della durata.
La fedeltà non è frutto del sacrificio ma è ebbrezza, vertigine, insistenza di una forza, di un’enigma, di un mistero .
L’amore che dura nel tempo è il miracolo che nasce dall’intersezione tra caducità ed eternità. I corpi degli amanti si trasfigurano nel tempo. In amore durano quelli che hanno imparato ad avere una certa confidenza con la propria mancanza e coltivano tempi di solitudine amica.
L’amore appassionato eleva l’altro alla dignità di unico. Il suo corpo quindi è reso sempre nuovo. Porta l’origine con sé. Il tempo della durata dell’amore è rinnovamento dell’origine, perché l’amore può durare solo se rinnovato ogni giorno. La durata dunque non logora, rinnova. La ripetizione non annienta l’amore ma lo rende infinito. È l’inizio sempre nuovo. Il giuramento d’amore, infatti, è coniugato al futuro: “Ti amerò ancora”: mi impegno a rinnovare la promessa ogni giorno. Non posso infatti costringermi a desiderare ma posso coltivare quotidianamente il mio sentire. L’intimità negli amori che durano non dissolve il mistero del corpo, che nell’amore conserva sempre il suo fascino che, anzi aumenta con l’età, se curato con costanza, come avviene con ciò che vive in natura. La freschezza dell’origine non si lascia derubare dal familiare. La durata è sempre nel presente, non è allontanamento dall’inizio, prevedibile e inevitabile dall’origine. La durata non logora, rinnova.
Lo scorrere del tempo non implica la corruzione e la degradazione del sogno d’origine, se ognuno se ne assume la responsabilità. È possibile che il primo bacio e lo sguardo del primo innamoramento continuino a essere sempre nuovi. “Ancora”, è, infatti, la parola fondamentale dell’amore. Il fatto che la sessualità rimanga un enigma e non tutto possa essere compreso è dato dalla condizione che le forme dell’affettività sono costruite storicamente e socialmente. Le infinite sfumature emozionali del percorso che dal desiderio conduce all’unione, passando per il godimento, sono corredate dalla cultura (un tempo soprattutto popolare, oggi prevalentemente mediatica). La sessualità è potente e vulnerabile al tempo stesso.
L’amore dunque è un’arte, perché proviene dal sensibile, arriva al cuore attraverso i sensi. La coniugalità è quanto di più originale e libero due persone possano produrre: è fare di se stessi e del legame un’eccellenza, testimonianza della qualità sensibile dello spirito. Il matrimonio, combinazione del desiderio e della legge non è condannato a essere la “tomba dell’amore”, può essere un fuoco che divampa e si diffonde.
“Il desiderio non ragiona senza la legge, ma la legge non è in grado di ridurlo alla ragione” .
Alle nozze di Cana il vino si mantiene buono fino alla fine. L'amore non è un'illusione degli inizi (dei primi tempi dell'innamoramento) ma nasce per durare e crescere nel tempo.
Gesù però ricorda anche che quello che possiamo fare noi è solo acqua. La bontà del vino è opera della grazia.

 




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