La gratuità di Dio


Si vive male quando non si è in pace con qualcuno. Peggio ancora quando si è tormentati dalla voglia di vendetta. La Bibbia però è molto esigente: se qualcuno conserva la collera contro un altro, come può chiedere al Signore la guarigione?
Se non hai misericordia per il tuo simile come fai a pregare per i tuoi peccati?
Ricordati della tua morte e smetti di odiare. Ricordati della tua fine e resta fedele alla Parola di Dio.
Gesù si pone su questo medesimo terreno e lo porta fino alle estreme conseguenze.
Il Vangelo del perdono è tra le cose più originali, più nuove e insolite che ci ha lasciato Gesù. Tanti maestri di saggezza, tanti filosofi hanno insegnato all’umanità, lungo i secoli, quanto sia importante la giustizia, il rispetto degli altri. Molti hanno parlato dell’amore… ma nessuno, come Gesù, ha messo in evidenza l’importanza e l’essenzialità del perdono, fino a farlo diventare il comandamento del cristiano: «Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre mio ».
Per la mentalità comune il perdono non è segno di grandezza d’animo; indica piuttosto debolezza. La persona forte, decisa, che sa quello che vuole dalla vita, non perdona.
Per Gesù, invece, senza il perdono è letteralmente impossibile vivere insieme.
Il perdono è l’unica vera novità che può cambiare la vita, che può modificare l’evoluzione degli eventi della storia. Il perdono disarma la vedetta, blocca la ripicca, impedisce che si ripeta la catena del male.
Se si vuole la giustizia, se si crede nell’amore, bisogna partire di lì, è la strada obbligata: il perdono!
Questa parola, se la prendiamo sul serio, ci fa paura. Se siamo toccati sul vivo, se in qualcosa siamo stati offesi, anche quando condividiamo il valore del perdono, siamo vinti da una forza grande, assoluta dentro di noi, che ci spinge nella direzione opposta. Non riusciamo neppure a prendere in considerazione la possibilità di perdonare.
Da dove deriva questa nostra resistenza al perdono?
Forse, la difficoltà che tutti noi viviamo nel perdonare mette in evidenza quello che è il nostro vero problema, che è all’origine della salvezza, della guarigione che Gesù ha annunciato. Noi non siamo capaci ad amare! Non è che noi non siamo capaci di atteggiamenti di amore, di simpatia verso gli altri... Pensiamo al sacrificio delle famiglie, pensiamo al grande valore dell’amicizia, pensiamo a tante persone che si impegnano nella società. Ci accorgiamo che il nostro amore si spinge fino ad un certo punto, fin dove vediamo la prospettiva di un certo ritorno. Non riusciamo a concepire un amore totalmente gratuito, senza reciprocità.
Noi potremmo prendere in considerazione il perdono solo se alziamo gli occhi al cielo; solo se pensiamo “al niente” che noi siamo e se accettiamo e prendiamo in considerazione che per questo “niente” che noi siamo, Dio ha dato tutto!
Ecco il messaggio del Vangelo.
Noi possiamo imparare ad amare solo se ci sentiamo amati!
Questa è la regola essenziale della nostra vita, non possiamo spingerci oltre. E dal momento che gli amori che ci scambiamo fra di noi sono tutti limitati, dobbiamo riconoscere che nonostante siano belli, importanti, significativi, arrivano solo fino ad un certo punto. Noi, basandoci sul nutrimento dell’amore degli altri, non possiamo essere capaci ad amare. Solo qualcuno che abbia un amore più grande, abbia un amore illimitato, può guarire questa nostra incapacità; solo l’amore che viene da Dio può renderci capaci di un amore che non sia limitato all’interesse, a ciò che ce ne viene. Sta qui il segreto del Vangelo.

 




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