Voce
Egli confessò e non negò; confessò dicendo: «Io non sono il Cristo»
Così si presenta Giovanni il Battista.
“Il giorno seguente, Giovanni era di nuovo là” (Gv 1 e Gv 3) l’annotazione avviene due volte: sono quindi tre i giorni in cui si svolge il racconto del precursore di Gesù. Anticipano i tre giorni della nuova creazione.
Tutto scaturisce da una negazione: “Io non sono”.
Il cammino della rigenerazione nostra (e con noi del mondo attorno a noi) inizia non con un’affermazione (un proposito, una volontà, una realizzazione...) ma con una negazione: “Io non sono buono, non sono giusto, non sono capace...). Questa lucida ammissione permette di vedere chi in vece è: “Ecco l'Agnello di Dio...”. Il Battista lo indica con trasparenza totale (come lo raffigura l’indimenticabile “ditone” di Giovanni Battista nella Crocifissione di Matthias Grünewald a Colmar).
“Io non sono”, “Lui è”.
Io sono solo “voce” (Gv 1,23)
(Qual è la mia capacità di autonegazione, di svuotamento di me? Come vivo la vocazione di essere (solo) “voce”?).
Nel secondo giorno Giovanni rende testimonianza “Dopo di me viene un uomo che mi ha preceduto... E io ho veduto e ho attestato”.
(La vocazione cristiana è far conoscere Lui. Questo avviene se posso anch’io affermare “Ho visto e do testimonianza”).
Nel terzo giorno si compie il terzo passaggio: “Io non sono”, “Lui è”, “entra nella mia vita”. Di conseguenza: “Bisogna che egli cresca, e che io diminuisca. (3,22)”.
Crescere e diminuire: il lavoro spirituale di tutto l’anno, vedendo nelle fasi stagionali la metafora della regola essenziale della fede: crescere e diminuire. Crescere come il sole, dal solstizio d'inverno (Natale), diminuire come le giornate dal solstizio d'estate (festa di san Giovanni Battista).
Il Natale è precisamente Dio che entra nella vita. La chiesa primitiva parlava della ”divinizzazione dell’uomo”, come cantiamo anche noi a Natale: “Dio si è fatto come noi, par farci come lui”.
Se Lui entra nella mia vita, allora il cammino di trasformazione si compie: si diventa come Lui. Non sono più io che vivo, è Cristo che vive in me, come testimonia S. Paolo. Nella divinizzazione a opera della Grazia anche “Io sono”.
“Io non sono”, “Lui è”,“entra nella mia vita”, allora "Io sono". Non ci sono parole più semplici e complete per dire il Natale.