Incontrarci tra noi per incontrare Dio


In nessun giorno dell’anno il nostro desiderio di pace e di protezione è tanto grande quanto alla vigilia del Natale. I nostri ricordi si spingono indietro fino ai tempi in cui noi stessi da bambini abbiamo sperimentato o, almeno, atteso pace e protezione. Ci preoccupiamo tanto di dire alle persone a cui ci sentiamo legati che le amiamo e di chiedere con tutto il cuore il loro amore.
Come insegna la prima lettura abbiamo bisogno di luoghi sicuri (per gli affetti, per la salute, per il lavoro), dove sentirci figli. Quando ci sentiamo amati comprendiamo anche noi, come capì Maria che “nulla è impossibile a Dio”.
La pace del Natale la doniamo e la riceviamo innanzitutto nel modo con cui ci salutiamo. Come avvenne tra Elisabetta e Maria: "Benedetta tu tra le donne!". Rivolgerci all'Altro e dirgli "Tu sei per me una benedizione!" è l'inizio della vita nuova attesa a Natale.
Ovunque le persone si accolgono nell’amore, Dio prende di nuovo dimora in questo mondo. Il cuore umano è capace di diventare per l’anima dell’altro la mangiatoia in cui questi può incarnarsi, prendere forma e vivere. Questo incontro significa ritornare bambini, senza pretendere troppo da se stessi e dagli altri. Gesù poneva i bambini come modelli del credente per la loro capacità di affidarsi totalmente. Come fece Maria: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto".
Ovunque le persone si incontrano nell'accoglienza dell'umano, lì "sussulta" la presenza del divino. Questa è la radice profonda del Sinodo
che sarà celebrato nella XVI Assemblea Generale Ordinaria dei Vescovi, nell’ottobre del 2023
Papa Francesco invita la Chiesa intera a interrogarsi su un tema decisivo per la sua vita e la sua missione: mettersi in ascolto delle persone credenti e non, praticanti e non, per parlare alla società di oggi e camminare insieme (sinodo significa infatti questo) secondo la parabola del lievito nella massa, come insegnava Gesù.
Il sinodo parte dall’ascolto delle parrocchie nei primi tre mesi del 2022.
Ci è chiesto quindi di interpellare quanti più parrocchiani possibile per esprimersi su una serie di domande. Lo stile deve essere però quello della “chiesa in uscita”, rivolgendoci anche a chi non frequenta o non è interessato alla fede. Lo Spirito Santo infatti parla attraverso tutti e tutti possono offrire consigli utili e importanti per la Chiesa.

 




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